Estratta da Sodalitium n° 18 di novembre-dicembre 1988.
Originariamente pubblicata in Itinéraires nel 1969 e nel n. 146 di Settembre-Ottobre 1970.
Presentazione
Pubblichiamo la seguente dichiarazione che fece solennemente Padre Guérard contemporaneamente all’arrivo della cosiddetta “nuova messa” nelle chiese cattoliche. Questo testo fu pubblicato una prima volta nel 1969 dalla rivista “Itinéraires” e ripubblicata dalla medesima rivista nel numero 146 di Settembre-Ottobre 1970. Padre Guérard fu pertanto il primo, con altri due confratelli, a manifestare pubblicamente il suo rifiuto di adottare il Novus Ordo Missæ. Tale dichiarazione ha quindi un grande valore storico e per questo motivo la riproduciamo in questo numero dedicato alla memoria di Monsignor Guérard difensore dalla prima ora del santo Sacrificio della Messa e del suo rito immemoriale.
Sodalitium
Dichiarazione
La supplica che hanno rivolto al Papa i cardinali OTTAVIANI e BACCI a proposito del nuovo Ordo Missæ è ormai ben nota.
Essa appartiene al passato e alla storia.
Essa non cessa, tuttavia, di appartenere al presente.
Le circostanze e, credo, mediante esse, la Provvidenza, mi hanno indotto fino ad ora a conservare l’anonimato. Mosso dalla profonda convinzione che basta restaurare la giusta espressione della Verità, perché risplenda, persuasiva, la luce della “Santissima Fede”, ho apportato una collaborazione decisa alla redazione del “Breve Esame Critico”. In accordo con altri teologi, ho sviluppato (Pensée Catholique, No 122) l’aspetto dottrinale dei considerando contenuti nel “Breve Esame”.
Ho osato sperare che illuminare sarebbe bastato.
Delle nuove circostanze, e, mediante esse, penso, di nuovo la Provvidenza mi inclinano imperiosamente a testimoniare personalmente di ciò che ho espresso oggettivamente.
Penso soprattutto all’inquietudine che provoca, in moltissimi sacerdoti e fedeli una “dottrina insolita che l’istinto della fede stima spontaneamente sospetta, senza pur tuttavia riuscire a discriminarne l’erranza”; l’osservazione di S. Tommaso riceve attualmente una straordinaria conferma.
Dichiaro quindi che gli argomenti sviluppati nei due studi precitati non hanno solamente per me un valore teoretico. Essi stabiliscono che è precisamente nell’ordine pratico che il nuovo Ordo Missæ e l’Institutio Generalis che ne è il commento ufficiale costituiscono per lo meno un allontanamento, un “passo falso” fuori dalla linea di cui il Concilio di Trento ha fissato le norme, e ciò definitivamente, “ad perpetuam rei memoriam”.
C’è veramente un “passo”? Questo “passo” (?) non è che apparente, falso nella sua origine oscuramente, come è falso nel suo punto d’arrivo manifestamente? (1) Amo supporlo. Non lo esamino. Altri lo hanno fatto, e ben fatto.
Questo “pseudopasso” (?) è rettificato da dei “discorsi” o dei commenti, per autorizzati che siano? Per nulla (2).
I discorsi si succedono giorno per giorno, e passano. La Costituzione apostolica Missale Romanum si riferisce alla Costituzione apostolica di S. Pio V Quo Primum. Questa è abrogata da quella? Se ne discute.
Io penso di no. Checché ne sia, per la moltitudine, a torto o a ragione, la Costituzione apostolica Missale Romanum è rivestita del prestigio della legge. A questo titolo, di fatto e per l’opinione, resta.
La supplica dei due Cardinali appartiene al presente.
Sottoscrivo senza riserve a tutti i termini di questa supplica, in particolare alla seguente affermazione: “Come dimostra sufficientemente il pur breve esame critico allegato … il Novus Ordo Missæ … rappresenta sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i ‘canoni’ del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del mistero” (3).
In conseguenza, dichiaro di non poter utilizzare il nuovo Ordo Missæ.
M. L. Guérard des Lauriers O.P.
Note:
(1) La tesi di Cassiciacum che dimostra che Paolo VI non era formalmente Papa per l’assenza del proposito oggettivo di realizzare il bene/fine della Chiesa si fonda su di un ragionamento induttivo. Esso ha pertanto richiesto una lunga osservazione degli atti convergenti e ripetuti di Paolo VI per fondare e spiegare esaurientemente l’affermazione: “il Cardinal Montini non è formalmente Papa”. Per questo Padre Guérard des Lauriers accettò che i Cardinali Ottaviani e Bacci rivolgessero dal 1969 una supplica a Paolo VI, in quanto Papa, in vista della soppressione della “nuova messa”. Tuttavia il testo che pubblichiamo mostra che già nel 1969 Padre Guérard des Lauriers considerava l’atto con cui Paolo VI introduceva la “nuova messa” uno “pseudopasso” non solo perché privo di alcuni cavilli legali, ma piuttosto perché falso nella sua origine, ovverosia nell’autorità che aveva preteso promulgarlo. Monsignor Guérard stesso ci confermò questa interpretazione del suo pensiero confidandoci che prima ancor di aver provato la vacanza formale della Sede apostolica, l’istinto della Santissima Fede lo spinse a non essere “una cum” col Cardinal Montini. Se si può dare credito all’Abbé de Nantes, egli stesso conferma quest’affermazione dichiarando che P. Guérard gli disse che Paolo VI non era (più) papa in un colloquio del 21 luglio 1969 (cfr. La Contre-Réforme Catholique, Sett. 1988 n. 246 p. 3).
(2) Dopo la presentazione del “Breve Esame Critico” e le proteste dei Cardinali Ottaviani e Bacci, Montini temette per la “sua” riforma. Per calmare la protesta fece alcuni discorsi con l’intenzione di rassicurare i fedeli turbati. Con alcuni ci riuscì. Padre Guérard des Lauriers invece riafferma in questa dichiarazione che i discorsi “rassicuranti” di Montini non rettificano l’erranza della “nuova messa” (cfr. anche: “Note sur le Sacrifice” di M. L. Guérard des Lauriers O.P. in Itinéraires, Sett.-Ott. 1970 n. 146), proseguendo così la difesa dell’Oblazione pura e denunciando questo ennesimo (e non ultimo) tentativo di “recupero” dei tradizionalisti da parte dell’ipocrisia modernista.
(3) In italiano nel testo originale.