Il primo marzo 1983 moriva nel seminario di Ecône, di cui era direttore spirituale, Padre Ludovic-Marie Barrielle. Da allora sono passati quarant’anni, e questo anniversario è passato praticamente inosservato: una nuova generazione di “tradizionalisti”, se non due, si sono succedute, e se i più giovani non lo hanno conosciuto, ancora molti, della nostra generazione, non avrebbero dovuto dimenticarlo.
Era nato il 14 agosto 1897 vicino a Marsiglia, ed il suo carattere meridionale era evidente a tutti. Ordinato sacerdote nel 1924, divenne prima vicario e poi parroco della parrocchia del Buon Pastore, a Marsiglia, parrocchia popolare e popolosa; rievocava spesso i suoi ricordi come parroco, e del parroco mantenne i tratti nell’anima.
Nel 1940 partecipò agli esercizi spirituali dati da Padre Vallet, fondatore dei Cooperatori Parrocchiali di Cristo Re, e due anni dopo lasciò la parrocchia per la vita religiosa: dal 1944 al 1967 fu il superiore delle case francesi dei CPCR, i “padri di Chabeuil”, predicando incessantemente gli Esercizi Spirituali. Come altri padri di Chabeuil (Rivière, Vinson, Barbara), seppur in modi e momenti diversi, restando fedele allo spirito della Chiesa e del fondatore, continuò a celebrare la S. Messa cattolica e si oppose al neo-modernismo.
Nel 1971 si recò a Ecône, e l’anno seguente divenne direttore spirituale del Seminario, entrando nel 1974 nella Fraternità Sacerdotale San Pio X. Chi lo ha conosciuto non può dimenticare la sua Fede entusiasta, profonda, di un fanciullo, la sua predicazione fervente della bontà di Dio (“qu’il est Bon le Bon Dieu” “Dieu n’est pas bon, il est la bonté même”) la sua devozione alla Santa Messa, alla Madonna e a San Giuseppe, il suo zelo per le anime e le vocazioni, il suo dono nella predicazione degli Esercizi, il suo cuore generoso. Era un uomo di preghiera, e tutti ricordiamo le notti intere passate a pregare. Diede ai seminaristi una formazione spirituale e ascetica seria, e ai suoi cari l’entusiasmo e lo zelo per la buona dottrina.
Padre Barrielle fu conosciuto a amato non solo in Francia, la sua patria, ma anche in Svizzera, specie nel Canton Vallese, e in Italia. Nel suo italiano reso ancora più accattivante dai numerosi francesismi, iniziò a dare gli Esercizi in Italia, invitato dai giovani di Alleanza Cattolica (partecipai la prima volta agli esercizi con lui nel 1975), con i quali cantava a squarciagola, alla fine del ritiro, le canzoni dei Vandeani…
Quando, nel 1981, don Cantoni e suo fratello Gianni abbandonarono la Messa e la Tradizione, il cuore di Padre Barrielle ne fu ferito intimamente, ma non per questo abbandonò l’Italia cattolica a sé stessa (la sua residenza preferita era Montalenghe); io stesso devo a lui di aver potuto ricevere l’ordinazione sacerdotale, nel 1982, pur essendo stato allontanato dal seminario l’anno prima.
Ha lasciato una traccia importante dietro di sé, tramandando la pratica degli Esercizi secondo il metodo di Padre Vallet, che ancor oggi tanto bene fanno alle anime, e formando tutta una generazione di giovani sacerdoti trasmettendo loro lo spirito sacerdotale della vecchia guardia.
Secondo la spiritualità gesuita degli Esercizi, Padre Barrielle diede forse preminenza alla volontà sull’intelletto e fu senza dubbio più apostolo che teologo; ma chi lo conobbe non può dimenticare il suo cuore: come si dice di Don Bosco, il Signore gli diede “latitudinem cordis sicut arena quae est in littore maris” (1 Re 4,25).
A tutti chiedeva di non dimenticarsi di lui nella preghiera dopo la sua morte: caro Padre, non ti abbiamo dimenticato.
Don Francesco Ricossa
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