Introduzione alla giornata di Modena

Sabato 15 ottobre 2016 a Modena si terrà l’undicesima “giornata per la regalità sociale di Cristo”, con l’atteso seminario di studi tenuto da don Francesco Ricossa sul tema: “LE GUERRE DI RELIGIONE. L’eresia contro la pace di Cristo e il regno di Cristo”. Presentiamo un’introduzione alla giornata.be5cd1ecaacd15ba1ff290d14d1e2e84 copia

Introduzione

Perché parlare delle ‘guerre di religione’: tema – involontariamente – di attualità. In realtà intendiamo completare quello dell’anno passato sull’Inquisizione, e preparare quello che sarà per tutti il soggetto di discussione nell’anno 2017, nell’anniversario della rivolta protestante del 1517. Come l’Inquisizione assicurava l’ordine interno della Cristianità (= polizia) le guerre di religione ci parlano della difesa dai nemici interni (= guerra civile) o esterni (= guerra). Laddove prosperò l’Inquisizione, non ci furono guerre di religione; dove era assente l’Inquisizione, divamparono le guerre di religione.

La guerra: bene o male (anticipo del tema)

Premettiamo che non siamo amanti della guerra. La guerra è un male: a peste, fame et bello, libera nos Domine. Ma come un’operazione chirurgica è un ‘male’ per il dolore e la mutilazione che provoca, ma è un bene per la salute generale del corpo e la guarigione della malattia, così la guerra giusta è un male per le sofferenze e i danni (temporali e spirituali) che occasiona, ma è un bene per la difesa della pace, dell’ordine, della giustizia e della verità contro chi ingiustamente minaccia tutto ciò. Se – come in una guerra di religione – è anche la Fede a essere minacciata, la guerra è tanto maggiormente buona e giusta, quanto è prezioso il bene che difende.

Di quali guerre parliamo

Il tema è troppo vasto per essere esaminato esaurientemente. Nel seminario su Costantino e Teodosio, parlammo anche delle guerre da loro sostenute. Nel Medioevo, oltre alle Crociate in Oriente, vi furono le Crociate antiereticali, come quella contro gli Albigesi. Nei tempi moderni vi sono state le guerre o insorgenze più o meno controrivoluzionarie: pensiamo alla Vandea, al Messico, persino alla Spagna, alle Insorgenze italiane. Qui ci limiteremo alle guerre del XVI-XVII secolo. In quel periodo storico abbiamo due grandi epopee: le guerre contro il Turco, e la battaglia più famosa è quella di Lepanto, guerre quindi contro gli Infedeli; e poi le guerre tra Protestanti e Cattolici. Per “guerre di religione” si intendono quest’ultime, e le più note sono quelle combattute in Francia contro gli Ugonotti, quelle combattute nell’Impero, e infine quelle dei Paesi Bassi. Spagna, Portogallo e Italia, per i motivi già detti, furono praticamente immuni da questo flagello (salvo le rivolte giudaico-musulmane nei paesi iberici, e quelle valdesi da noi).

Programma della giornata

Il tema è sempre quello della Regalità sociale di Cristo. In questa prospettiva esamineremo come di consueto:

in una prima conferenza la storia delle guerre di religione, in Francia e in Germania-Impero, con esiti simili in entrambi i regni: l’editto di Nantes e la pace di Vestfalia. Porremo attenzione in particolare al ruolo di San Pio V e degli italiani, a quello della Lega Cattolica, e a quello, negativo, persino diabolico, dei Rosacroce nel campo protestante.

In una seconda conferenza esamineremo le conseguenze intellettuali delle guerre di religione, ovvero la nascita dell’indifferentismo religioso e politico dagli umanisti agli Illuministi: Bodin, Montaigne, i Politiques, Voltaire… e risponderemo alle loro obiezioni.

In una terza conferenza come sempre denunceremo l’infiltrazione delle idee anticristiane in ambito cattolico ed ecclesiale a causa del neo-modernismo, dal Vaticano II ad oggi: come sempre, il Modernismo, ecco il nemico!

La conclusione sarà che le guerre di religione furono una pagina terribile della storia, ma a causa e per colpa dei rivoltosi protestanti. Che per i Cattolici (salvo eventuali atti individuali che non si possono mai escludere) furono una pagina gloriosa di cui andare fieri. E che se dobbiamo muovere un appunto alla parte cattolica ne possiamo muovere solo uno: di non essere stati ancora più decisi nella lotta. La responsabilità di un ‘pareggio’ che ha sapore di sconfitta (Vestfalia, Nantes) è dei Princìpi cattolici, e del partito dei ‘politiques’, ovverosia, come sempre, di cattolici traditori o inadeguati alla lotta.

? vai al programma completo