Novità : Calendario 2018 di Sodalitium su Mons. Guérard des Lauriers, a trent’anni dalla scomparsa
Editoriale
Tu es sacerdos in æternum… Il Sacerdote partecipa al Sacerdozio di Cristo, il quale permane in eterno. Se il nostro sacerdozio rimane anche nell’eternità, i Pontefici e i Sacerdoti passano anch’essi da questo mondo alla Vita eterna. Il tempo su questa terra passa, e si sta quindi estinguendo poco a poco quella prima generazione di sacerdoti che hanno conosciuto la Chiesa in stato d’ordine, con tutta la sua bellezza, e che hanno vissuto poi dolorosamente i terribili anni della crisi conciliare, scegliendo coraggiosamente di restare fedeli al Santo Sacrificio della Messa che veniva bandito e proibito in tutte le chiese del mondo cristiano. Quanto sono tristi, ma al contempo dolci i ricordi di quei sacerdoti che ci hanno preceduto (ed alcuni, grazie a Dio, ancora ci accompagnano: ad multos annos!) e grazie ai quali la Fede, il Sacrificio, i Sacramenti, sono rimasti vivi tra di noi. Quest’anno, il nostro Istituto commemora i trent’anni (di già!) dalla morte di uno di essi, Mons. Michel-Louis Guérard des Lauriers, vescovo cattolico e religioso domenicano. Mi sia concesso di condividere con voi un ricordo personale. Lo avevo conosciuto nel seminario di Ecône, dov’era docente, l’8 dicembre 1974; ma quando poi entrai a mia volta in quel seminario, nell’ottobre del 1977, Padre Guérard, che aveva predicato il ritiro di rientro, era appena stato allontanato – per sempre – da Ecône. Da allora, nel seminario fondato da Mons. Lefebvre, si parlava con timore (timore di essere esclusi dal seminario, timore di non poter ricevere l’ordinazione sacerdotale) dei “guérardiani” e dei “barbaristi”, i terribili “sedevacantisti” che seguivano le tesi di Padre Guérard des Lauriers gli uni, di Padre Barbara gli altri… Le contraddizioni insolute, portarono quattro giovani sacerdoti italiani a lasciare la Fraternità San Pio X e fondare, a Torino, l’Istituto Mater Boni Consilii: era il 18 dicembre 1985. Sapevamo che la spiegazione della crisi aperta dal Vaticano II che ci era stata data dalla Fraternità, e alla quale avevamo fino ad allora creduto, non reggeva alla prova dei fatti e non poteva conciliarsi con la dottrina della Fede; ma quale altra spiegazione potevamo trovare? Questo, in effetti, non ci era per niente chiaro. Ho già avuto occasione di dirlo più volte: il nostro Istituto è nato a Torino nel dicembre 1985, ma solo il successivo 24 settembre 1986, a Raveau, ha trovato la sua vera strada. Due di noi, a nome di tutti gli altri, si recarono infatti a Raveau, vicino a Nevers, dove viveva Mons. Guérard des Lauriers. Partimmo il 22 settembre, per giungere a Raveau il 24, festa della Madonna della Mercede. Lì celebrai la Messa, e con mio stupore e commozione, mi servì la Messa lo stesso Mons. Guérard. Ripartimmo il giorno successivo per Chémeré-le-Roi, dove si trovava Padre de Blignières, che aveva lasciato Padre Guérard a causa della sua consacrazione episcopale. Il 29 settembre (dopo un soggiorno a Parigi) ritornammo a Raveau: Mons. Guérard non credeva che ci avrebbe rivisto, e fu con grande gioia che ci benedisse il giorno seguente quando ripartimmo per Nichelino. La strada era stata presa, e quella strada l’Istituto non l’ha mai più abbandonata.
“Chi vuol essere mio discepolo, rinneghi se stesso, prenda la sua croce, e mi segua”. Questa è la condizione per essere veri discepoli di Gesù Cristo, che ci porta – a Sua immagine – al sacrificio per amore. Ripercorrendo la vita di Padre Guérard des Lauriers, i momenti salienti della sua esistenza terrena, vediamo come egli seppe essere vero discepolo di Gesù Cristo nel rinnegare se stesso e portare la croce al seguito del Maestro. La prima volta, a Roma, nel 1926, rispondendo all’appello della Verità, che chiamava il giovane Michel a lasciare il mondo, la sua cara famiglia, la prospettiva di una folgorante carriera scientifica, per abbracciare la vita religiosa come figlio di san Domenico. Il ventottenne allievo della Scuola Normale Superiore lasciava ogni cosa per diventare umile e povero novizio. La seconda volta, Padre Guérard abbracciò la croce per la difesa del Sacrificio della Messa: redasse, nel 1969, il Breve Esame Critico del Novus Ordo Missæ che gli valse l’anno dopo – assieme al Rettore Mons. Piolanti e ad altri docenti – di essere allontanato dalla cattedra romana della Pontificia Università Lateranense. Lui che, qualche anno prima, era stato uno dei teologi che sostennero papa Pio XII (di cui nel 2018 ricorrono anche i 60 anni dalla morte) nell’intenzione di completare i dogmi mariani con la definizione della Mediazione e Corredenzione di Maria. Non badò alla carriera, alla fama, agli onori, come invece fecero molti altri, ma abbracciò la croce nel testimoniare pubblicamente la fede nel Santo Sacrificio della Messa. La terza volta, quando nell’autunno del 1977 fu allontanato anche da Mons. Lefebvre e dal seminario di Ecône. Questa volta la croce abbracciata lo portava a rendere pubblica testimonianza in favore della fede nella Chiesa e nel Papato, elaborando la tesi teologica detta poi di Cassiciacum dal nome dei quaderni che per primi la pubblicarono. Nel 1979, la Lettera agli Amici e Benefattori n. 16 pubblicò una lettera di Mons. Lefebvre a Giovanni Paolo II, nella quale il vescovo di Ecône proponeva un accordo vergognoso; la pubblica risposta di Padre Guérard des Lauriers, Monseigneur, nous ne voulons pas de cette paix, consumò la dolorosa frattura tra i due. La quarta volta, nel 1981, quando accettò l’episcopato – più onere che onore – perché potesse continuare il sacerdozio cattolico e l’Oblazione pura. I giovani sacerdoti che lo avevano seguito fino ad allora, lo abbandonarono, mentre lo colpivano le “censure canoniche” dei modernisti che certificavano, per una volta, una verità: non ci può essere comunione tra noi e loro. Fu così che, nel 1986, l’Istituto incontrò Mons. Guérard des Lauriers, il quale ci accolse come un padre, e mise nell’Istituto tutte le sue umane speranze. L’ultima grande croce abbracciata, l’ultima rinuncia, fu suggellata dalla morte, avvenuta a Cosne-sur-Loire il 27 febbraio 1988. Malgrado l’età avanzata, Mons. Guérard des Lauriers non guardava con nostalgia al passato, ma rivolgeva lo sguardo al futuro, sempre giovane in Colui “che letifica la mia giovinezza”. Aspettava con ansia l’acquisto della nuova casa dell’Istituto (sarà quella di Verrua) per raggiungere i giovani studenti di teologia, e vivere assieme a noi, senza rifiutare, secondo l’espressione di san Martino, il lavoro. E nel contempo, era perfettamente pronto a lasciare ogni cosa, e la vita stessa, se questa era la volontà del Signore.
Caro Monsignore! Come vorremmo avervi ancora tra noi, poter avere vicino il Padre che foste per chi vi conobbe troppo tardi, e che sareste certamente stato per i giovani che seguono le vostre orme. Ma vi sappiamo presente, guidati dalla Fede che ha per oggetto le cose che non si vedono, e a voi ci sentiamo uniti nella comunione dei Santi. Intanto, con questo devoto omaggio, ricordiamo ai cattolici la vostra figura di religioso, di sacerdote, di teologo e di vescovo cattolico, dimenticata da tanti, infangata da altri, mai dimenticata da noi.
don Francesco Ricossa
Tweet