Calendario Sodalitium 2022: L’apostolato dell’Istituto

Editoriale

Anche quest’anno ricevete nelle vostre case il calendario bilingue dell’Istituto Mater Boni Consilii. Pur non essendo un calendario liturgico, ma devozionale, vi sarà utile per seguire le principali feste dell’anno, le domeniche e feste di precetto, i giorni di penitenza (astinenza e digiuno).
Per quest’anno abbiamo scelto di presentarvi i principali “centri di messa” (come si diceva un tempo) del nostro Istituto, e ci dispiace di non poterli ricordare tutti. Questo perché è da quelle case o cappelline, raramente chiese, che si diffonde – più o meno sovente: a volte ogni giorno, a volte ogni domenica, a volte ogni mese – la Parola di Dio. È qui che vengono amministrati i sacramenti, in quelle case è presente nel tabernacolo il Corpo e il Sangue di Cristo, o almeno lo si riceve nella comunione; è lì che che vengono perdonati i peccati ed offerto il Sacrificio della Nuova Alleanza, rinnovamento incruento di quello della Croce. “Lasciate una parrocchia per vent’anni senza sacerdote – diceva il santo Curato d’Ars – e la gente finirà con l’adorare le bestie”, e oggi tutte le favole e gli idoli del mondo moderno. Questi piccoli umili centri, sono il cuore pulsante del nostro Istituto che intende così servire la Chiesa ed il suo Divin Sposo, Gesù.
Se sfoglio il primo numero di Sodalitium (n. 10) che risale al 1985 qualche tempo dopo la nostra uscita dalla Fraternità, vedo che l’Istituto contava una casa a Nichelino, presso Torino, e quattro luoghi soltanto dove si celebrava la Messa, e in tutti e quattro i casi si trattava di case private: due cappelle a Torino (Palazzo Badini) e Maranello (Villa Senni) e due case ospitali a Trento e Valmadrera; nessuna Messa oltre le Alpi: la prima sarà ad Annecy, anche qui, all’inizio, in una casa privata. Veramente una Chiesa domestica, verrebbe da dire!
Eppure, da quelle umili origini, con tanto lavoro, la generosità di tanti, l’abbondanza della grazia di Dio e la cura della Provvidenza, tra successi e insuccessi, siamo arrivati ad oggi, in cui l’Istituto conta due case in Italia, una in Francia, una in Belgio, una in Austria e una in Germania, più numerosi luoghi di culto in tanti paesi, senza contare le comunità religiose alle quali assicuriamo l’assistenza spirituale. Crescono, però, anche i fedeli che le frequentano, queste chiesette, o questi locali trasformati in luoghi di culto sempre belli e decorosi; molto spesso essi non riescono più ad accoglierli tutti, pur raddoppiando spesso le messe festive in ogni oratorio. Il prossimo passo, a Dio piacendo, dovrebbe perciò essere quello di acquistare delle vere e proprie chiese (sono due, ad oggi, le chiesette di proprietà dell’Istituto), restituendole al culto divino (sempre che il Signore non ci riservi persecuzioni e dure prove). Ma certamente non capiterà a noi che gli occupanti modernisti facciano donazione di chiese importanti (o meno importanti!) come è capitato alla Fraternità, che ‘paga’ doni così generosi col riconoscimento di una autorità che non è tale.
Ma a cosa servono le case, le chiese, i seminari, le scuole, se non ci siete voi, cari fedeli, pietre vive dell’edificio della Chiesa, membri del Corpo mistico? E nei luoghi dove tanti battezzati chiedono il pane eucaristico e quello della dottrina, come si potrà rispondere all’appello se non c’è nessuno che possa loro spezzarlo? Le nostre case, le nostre chiese, i nostri oratori sarebbero inutili e vuoti – come sempre più quelli dei modernisti – senza fedeli e senza vocazioni. E senza vocazioni, sacerdotali e religiose, le anime di voi fedeli moriranno di fame e di sete spirituale. Cosa fare dunque? Il sacerdote percorre a volte fino a mille chilometri per recarsi a celebrare presso di voi e ritornare a casa; anche voi, nel limite del possibile, siate fedeli a questo appuntamento, anche quando questo richiede un lungo percorso e tanti sacrifici. E quanto alle vocazioni, non basta sperare che ce ne siano (in casa altrui, però…); che i giovani e le giovani siano generosi, che i genitori non si oppongano alla vocazione dei figli, ma semmai la favoriscano con la stima e l’ammirazione del sacerdozio propria ad ogni buon cristiano. E per far sì che gli adulti perseverino, ci sono gli esercizi spirituali; e perché perseverino i vostri figli, ci sono i catechismi e le colonie estive, riprese poi anche durante l’anno. I mezzi (in parte) ci sono: si tratta di farne uso! Infine, occorre che i genitori, che si dicono e sono giustamente contrari al liberalismo, al laicismo e al libero pensiero per quel che riguarda lo stato e la società, non diventino contraddittoriamente ‘liberali’ e ‘democratici’ coi propri figli, lasciando che decidano loro, anche quando sono ancora bambini, se andare in chiesa e fare il proprio dovere (ahimè spesso questa condiscendenza nasconde la pigrizia dei genitori). Il Seminario lavora per dare la Santa Messa a chi ancora non ce l’ha, per dare a chi già ce l’ha un numero maggiore di Messe, e una futura generazione di sacerdoti per sostituire chi invecchia e si avvicina a ricevere la ricompensa (speriamo!) del proprio lavoro.
Questo nuovo anno sarà un anno di grazie, ma anche di prove da superare: lo affronteremo assieme, sotto lo sguardo e la protezione di Dio, ed il manto materno di Maria Ausiliatrice, Madre del Buon Consiglio.

Don Francesco Ricossa