Catechismo per gli adulti sulla Cresima (video e testo)

Prima lezione:

Seconda lezione:

Il testo del Catechismo di S. Pio X spiegato dal P. Dragone:

La Cresima

* 304. Che cos’è la Cresima o Confermazione?

La Cresima o Confermazione è il sacramento che ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere.

I. La Cresima o Confermazione è un sacramento, perché: a) è istituito da Gesù Cristo; b) è un segno significativo; c) ed efficace della grazia che significa.

Nei numeri seguenti si parlerà del segno sensibile (materia e forma), della grazia e degli altri effetti della Cresima.

Ora dimostriamo che questo sacramento è d’istituzione divina.

Gesù Cristo dapprima promise che avrebbe mandato sui battezzati (apostoli e discepoli) lo Spirito Santo (cf. Lc 24, 49; At 1, 8; Gv 7, 39; 14, 16.26). Il giorno di Pentecoste mantenne la promessa e gli apostoli e i discepoli furono ripieni di Spirito Santo, disceso dal cielo in forma visibile (At 2, 1-10).

A quelli che avevano ascoltato il suo primo discorso e che gli chiedevano che cosa dovevano fare, san Pietro rispose:

Fate penitenza e si battezzi ciascuno di voi nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei propri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo (At 2, 38).

Usando il potere ricevuto da Cristo, gli apostoli imponevano le mani e conferivano lo Spirito Santo ai battezzati. Cosi fecero Pietro e Giovanni con i convertiti di Samaria: Arrivati, pregarono per essi, affinché ricevessero lo Spirito Santo, poiché non era ancora disceso in nessuno di loro, ma erano soltanto stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano ad essi le mani e ricevevano lo Spirito Santo (At 8, 14-17). San Paolo impose le mani sui battezzati di Efeso e venne sopra di essi lo Spirito Santo e parlavano le lingue e profetavano (v. At 19, 1-6).

Si deve concludere che la Cresima è d’istituzione divina. Perciò se qualcuno oserà dire che la Confermazione è un’oziosa cerimonia anziché un vero e proprio sacramento…, sia scomunicato (Conc. Trid., Sess. 7, can. 1, de sacr. confirm., DB 871).

II. …che ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo. (Vedi anche il n. 309). Il Battesimo imprime il carattere di cristiani, infonde la grazia, le virtù e i doni dello Spirito Santo come in germe, ma non ci fa senz’altro cristiani perfetti. Occorre sviluppare il germe della grazia, delle virtù e dei doni, osservare gli obblighi assunti, professare la fede e osservare sempre la legge cristiana nella pratica della carità, essere soldati coraggiosi che sanno affrontare e vincere il demonio, il mondo e le passioni, e diventare perfetti come è perfetto il Padre nostro che sta nei cieli. Per renderci soldati coraggiosi e cristiani perfetti nostro Signore istituì il sacramento della Cresima o Confermazione, che ci arruola all’esercito di Gesù Cristo lanciato alla conquista del mondo mediante l’apostolato e ci rende forti nella lotta.

III. …e ce ne imprime il carattere. – Il Concilio di Trento ha sentenziato: Se qualcuno oserà dire che nei tre sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine non è impresso nell’anima il carattere, cioè un segno spirituale e indelebile, sia scomunicato (Sess. 7, can. 9, de sacr. in gen.; DB 852).

San Tommaso spiega il carattere della Cresima dicendo che «è uno speciale potere di fare quelle cose che riguardano il combattimento spirituale contro i nemici della fede, come si vede chiaro nell’esempio degli apostoli, che prima di ricevere la pienezza dello Spirito Santo erano perseveranti nell’orazione nel Cenacolo, e dopo che furono usciti non ebbero più timore e rossore a confessare pubblicamente la fede anche davanti ai nemici della religione cristiana» (Summa Theologica, III, 72, 5).

La Cresima, imprimendo il carattere, assimila il cristiano a Cristo maestro e guida nella battaglia per la fede. Inoltre conferisce la grazia sacramentale, che dà il diritto alle grazie necessarie per professare la fede al momento opportuno, senza rossore e senza debolezze.

RIFLESSIONE. – Se non siamo soldati valorosi nella lotta contro il peccato e le sue cause la colpa è esclusivamente nostra perché non facciamo fruttare la grazia della Confermazione.

ESEMPI. – 1. Gli Apostoli furono confermati il giorno di Pentecoste. Giunto il giorno di Pentecoste stavano tutti insieme nel medesimo luogo, e all’improvviso venne dal cielo un rumore come di vento impetuoso e riempi tutta la casa dove si trovavano. E apparvero ad essi distinte delle lingue di fuoco, e se ne posò una su ciascuno di loro. E furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare vari linguaggi, secondo che lo Spirito Santo dava loro di esprimersi. Ora fra gli ebrei residenti a Gerusalemme, c’erano persone pie di ogni nazione sotto il cielo. E venuto quel rumore, concorse la moltitudine e rimase sbalordita, sentendoli ciascuno parlare nella propria lingua (At 2, 1-6).

2. Mentre Apollo era a Corinto, Paolo giunse ad Efeso, e vi trovò alcuni discepoli, e disse loro: «Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo che avete creduto?». Ma quelli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia lo Spirito Santo». Ed egli a loro: «Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?». E quelli dissero: «Col battesimo di Giovanni (Battista)». Udite tali cose, furono battezzati nel nome del Signore. E avendo Paolo imposto loro le mani, venne sopra di essi lo Spirito Santo e parlavano le lingue e profetavano. Questi erano circa dodici uomini fra tutti (At 19, 1-7).

305. Qual è la materia della Cresima?

Materia della Cresima è il sacro crisma, cioè olio misto con balsamo, consacrato dal Vescovo il giovedì santo.

La Cresima prende il nome dal «crisma», la materia che si usa per amministrarla, ed è un unguento composto d’olio d’oliva e di balsamo. Il balsamo è un sostanza oleosa, odorosa, medicinale, che si ricava da un albero che cresce in Arabia, in Giudea, nella Siria, nel Brasile, nel Canada e altrove.

Il crisma viene consacrato dal Vescovo il giovedì santo. Solo il Vescovo può fare questa consacrazione.

Per la liceità del sacramento si richiede che la materia comprenda olio e balsamo; per la validità si richiede certamente l’olio d’oliva; ma forse non è indispensabile il balsamo.

Materia prossima del sacramento è l’unzione fatta dal Vescovo sulla fronte del cresimando in forma di croce, con l’imposizione delle mani, che comporta l’unzione stessa.

306. Qual è la forma della Cresima?

Forma della Cresima sono le parole: Ti segno col segno della croce, e ti confermo col crisma della salute, nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Entrando in servizio nell’esercito, il soldato riceve la divisa e le armi necessarie per combattere.

La Cresima aggrega il cristiano all’esercito di Cristo, lo riveste della divisa di soldato di Lui e gli dà le armi necessarie per combattere.

Le parole della forma, che il Vescovo pronuncia ungendo col crisma in forma di croce la fronte del cresimando, assieme alla materia producono la grazia che significano.

«Ti segno con il segno della croce»: dicendo questo il Vescovo comunica al cresimando la divisa, gli consegna la bandiera della croce, della quale il cresimato non dovrà mai arrossire, e che dovrà portare con onore e difendere con valore.

Con le parole: «Ti confermo col crisma della salute, nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo» vengono consegnate le armi per difendere la fede, per professare pubblicamente la religione e portare sempre alta la bandiera della croce; viene aumentata la grazia santificante, comunicata la grazia sacramentale, e sono accresciute e perfezionate le virtù e i doni dello Spirito Santo (V. n. 309).

RIFLESSIONE. – La Cresima è il sacramento che dà la grazia di esercitare l’apostolato nell’Azione Cattolica e in altri campi.

ESEMPI. – 1. Nella vita di san Malachia (vescovo di Armagh in Irlanda; sec. XII), san Bernardo racconta che questo santo assistette all’amministrazione della Cresima fatta dal vescovo Malco. Tra i cresimandi c’era un giovane quasi paralitico, che a stento era riuscito a venire alla chiesa, mosso dal grande desiderio di ricevere la Confermazione. Appena ebbe ricevuto il sacramento fu completamente guarito e se ne tornò a casa forte e vigoroso. La forza fisica era l’immagine di quella morale, ricevuta col sacramento.

2. Durante la persecuzione messicana, a Parras furono arrestati cinque giovani d’Azione Cattolica e furono condannati a morte. Un ragazzo quindicenne rifiutò la libertà e volle morire con loro.

* 307. Chi è il ministro della Cresima?

Ministro della Cresima è il Vescovo e, straordinariamente, il sacerdote che ne abbia facoltà dal Papa.

I. Ministro della Cresima è il Vescovo. – In ogni tempo l’amministrazione della Cresima, nei casi ordinari, fu riservata ai vescovi. Il diacono Filippo aveva convertito e battezzato molti samaritani, ma per conferire la Cresima attese che venissero da Gerusalemme gli apostoli Pietro e Giovanni (v. At 8, 14 ss). Il Concilio di Trento sentenziò:

Chi oserà affermare che ministro ordinario della Confermazione non è soltanto il Vescovo, ma qualsiasi sacerdote, sia scomunicato (Sess. 7, can. 3 de sacr. confirm.; DB 873).

Ed è ragionevole che la Cresima, la quale conferisce la perfezione della vita cristiana, sia riservata al Vescovo, che ha la pienezza del sacerdozio. Com’è diritto degli ufficiali superiori scegliere le reclute nell’esercito e riceverne il giuramento di fedeltà, così è giusto che sia il Vescovo ad ammettere il cristiano nell’esercito militante di Cristo e a dargli il carattere di soldato.

II. …e, straordinariamente, il sacerdote che ne abbia facoltà dal Papa.– Specialmente nei luoghi di missione, dove non vi è ancora la regolare gerarchia ecclesiastica, non è sempre facile trovare un Vescovo per amministrare la Cresima. Per concessione del Papa, possono amministrarla i vicari e i prefetti apostolici non vescovi; possono pure amministrarla, come ministri straordinari, i cardinali non vescovi, gli abati semplici e quelli «nullius». Anche i parroci hanno la facoltà di cresimare quando il cresimando è in pericolo di morte e non c’è tempo per chiamare il vescovo. Qualunque sacerdote può ricevere dal Sommo Pontefice la facoltà di amministrare la Cresima come ministro straordinario.

RIFLESSIONE. – E’ bene che la Cresima sia amministrata con la maggior solennità possibile.

ESEMPIO. – Fino alla fine della sua vita Mons. Freppel, vescovo di Angers, volle amministrare egli stesso la Cresima ai suoi diocesani. Trovandosi Mons. Dénéchau, vescovo di Tulle, in una parrocchia della diocesi di Angers, fu pregato dal parroco di cresimare i bambini della parrocchia. Occorreva il permesso del vescovo ordinario della diocesi e si dovette ricorrere a Mons. Freppel. Questi rispose: «Non voglio cedere a nessuno il dolce piacere di dare lo Spirito Santo ai miei cari piccoli diocesani». Mons. Dénéchau fu ammirato della risposta. Poco tempo dopo giunse nella parrocchia Mons. Freppel e tanta fu la sua carità e delicatezza che si guadagnò i cuori di tutti. Un contadino, al quale il vescovo aveva stretta la mano, la mostrava ai suoi amici dicendo: «Non vedrà più l’acqua per quaranta giorni! Bisogna custodire questa cosa» e intendeva il contatto con la mano consacrata del Vescovo.

308. Il Vescovo come amministra la Cresima?

Il Vescovo stende le mani sopra i cresimandi, invoca lo Spirito Santo, poi col sacro crisma unge in forma di croce la fronte di ciascuno, pronunziando le parole della forma, quindi gli dà un leggero schiaffo dicendo: la pace sia con te; e alla fine benedice solennemente tutti i cresimati.

La Confermazione può essere amministrata in qualsiasi giorno dell’anno, ma il tempo più conveniente è la settimana di Pentecoste (v. can. 709). Il luogo più adatto è la Chiesa.

Spetta sempre al Vescovo ordinario amministrare la Cresima nella propria diocesi.

L’imposizione delle mani che il Vescovo fa al principio del rito non è parte essenziale del sacramento; invece è essenziale e fa parte del segno sacramentale l’imposizione che il Vescovo fa nell’atto di ungere in forma di croce la fronte del cresimando col sacro crisma.

RIFLESSIONE. – Nella cresima si effonde nell’anima lo Spirito Santo con l’abbondanza dei suoi doni. E’ concepibile che un cristiano non nutra una vera, tenera, profonda devozione allo Spirito Santo?

ESEMPIO. – Riportiamo il rito dell’amministrazione della Cresima.

In principio si recita o si canta l’inno «Veni, Creator Spiritus», quindi si dice:

V) Manda il tuo Spirito e vi sarà una nuova creazione,

R) e rinnoverà la faccia della terra.

PREGHIAMO: O Dio, che con l’illustrazione dello Spirito Santo hai ammaestrato i cuori dei fedeli, concedici di gustare nello stesso Spirito ciò che è bene e di godere sempre della sua consolazione.

Dopo alcune parole d’occasione, il Vescovo dice:

V) Lo Spirito Santo scenda su di voi e la virtù dell’Altissimo vi preservi dai peccati.

R) Così sia.

Facendo il segno di croce: V) Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

R) Che ha fatto il cielo e la terra.

V) Signore, esaudisci la mia preghiera.

R) E il mio grido giunga a te.

V) Il Signore sia con voi.

R) E col tuo spirito.

Stese le mani verso i cresimandi il Vescovo dice:

PREGHIAMO: Dio onnipotente ed eterno, che ti sei degnato di rigenerare questi tuoi servi con l’acqua e nello Spirito Santo, e che hai dato loro la remissione di tutti i peccati, manda dal cielo sopra di loro il tuo Spirito settiforme, il Santo Paraclito.

R) Così sia.

V) Lo Spirito di sapienza e d’intelletto.

R) Così sia.

V) Lo Spirito di consiglio e di fortezza.

R) Così sia.

V) Lo Spirito di scienza e di pietà.

R) Così sia.

V) Riempili dello Spirito del tuo timore e segnali propizio col segno della croce di Cristo, per la vita eterna. Per lo stesso Signor Nostro Gesù Cristo, tuo Figlio, il quale vive e regna con te Dio nell’unità del medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R) Così sia.

Il Vescovo si accosta ai cresimandi inginocchiati, chiede al padrino o alla madrina il nome dei singoli, poi amministra il sacramento a ciascuno tracciando tre croci sulla fronte, col pollice destro intinto nel crisma; e dice la forma:

V) Ti segno col segno della Croce e ti confermo col crisma della salute Nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

R) Così sia.

Quindi dà un leggero schiaffo dicendo: V) La pace sia con te.

Finita l’amministrazione si canta l’ANTIFONA: Conferma, o Dio, ciò che hai operato in noi dal tuo santo tempio di Gerusalemme.

V) Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo: come era in principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

R) Così sia.

Si ripete l’antifona.

Il Vescovo volto all’altare dice: V) Mostraci, o Signore, la tua misericordia.

R) E donaci la tua salvezza.

V) Signore, esaudisci la mia preghiera.

R) E giunga fino a te il mio grido.

V) Il Signore sia con voi.

R) E col tuo spirito.

PREGHIAMO: Dio, che desti ai tuoi apostoli lo Spirito Santo e volesti che per mezzo loro e dei loro successori fosse comunicato agli altri fedeli, riguarda propizio al nostro umile ministero e fa che i cuori di quelli ai quali abbiamo unto la fronte col sacro crisma e segnata col segno della santa Croce, lo stesso Spirito Santo discendendo sopra di loro e abitando in essi, si degni far divenire tempio della sua gloria. Tu che col Padre e col medesimo Spirito Santo vivi e regni Dio nei secoli dei secoli.

V) Ecco come sarà benedetto ogni uomo che teme il Signore.

R) Così sia.

Il Vescovo benedice i cresimati dicendo: Vi benedica il Signore da Sion, in modo che possiate vedere i beni di Gerusalemme tutti i giorni della vostra vita e avere la vita eterna.

R) Così sia.

Quindi i cresimati recitano il Credo, il Pater e l’Ave.

309. In che modo la Cresima ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo?

La Cresima ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo dandoci l’abbondanza dello Spirito Santo, cioè della sua grazia e del suoi doni, i quali ci confermano o rafforzano nella fede e nelle altre virtù contro i nemici spirituali.

I. La Cresima ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo. – Il Battesimo fa il cristiano, ma non perfetto, perché infonde la grazia, le virtù e i doni dello Spirito Santo solo come in germe, che poi occorre sviluppare. Per essere perfetto, il cristiano dovrà crescere in grazia e sviluppare le virtù in modo che tutti i suoi atti siano conformi alla divina volontà, illuminati dalla fede e animati dalla carità; dovrà cooperare ai doni conformando ogni atto all’azione dello Spirito Santo che con i suoi doni si fa guida dei figli di Dio. Per questo dovrà vincere tutti gli ostacoli che gli oppongono le passioni e il demonio dall’interno per mezzo delle tentazioni, delle cattive inclinazioni e suggestioni, e dall’esterno il mondo. Soltanto quando la vita soprannaturale si sarà sviluppata nell’esercizio della virtù e nella docilità all’azione dello Spirito Santo il cristiano sarà perfetto, sarà un vero soldato di Cristo, che combatterà e vincerà tutti i nemici spirituali.

II.… dandoci l’abbondanza dello Spirito Santo, cioè della sua grazia e dei suoi doni. – Assieme ai doni viene in noi il Donatore, che è l’Amore e il primo dono di Dio, La grazia e i doni sono dati da tutte e tre le divine Persone, ma sono attribuiti come propri allo Spirito Santo, al quale viene appropriato il perfezionare tutto ciò che il Padre ha creato e il Figlio ordinato e redento.

Nella Cresima lo Spirito Santo effonde con maggior abbondanza:

1) la sua grazia: a) santificante, che la Cresima come sacramento dei vivi accresce;

b) – Ogni sacramento conferisce una grazia propria o sacramentale. La grazia sacramentale della Cresima dà il diritto ad avere, al momento opportuno, le grazie attuali necessarie per vivere da buoni e perfetti cristiani, da soldati di Gesù Cristo, capaci di vincere le battaglie contro il demonio, il mondo, le passioni, le tentazioni e tutti gli ostacoli che si oppongono all’esercizio della virtù cristiana;

2) e i suoi doni. – I doni dello Spirito Santo, conferiti in germe nel Battesimo ed effusi con abbondanza nella Cresima, sono abiti buoni che hanno il compito di rendere facile, pronto, perfetto l’esercizio delle virtù soprannaturali, specialmente di quelle teologali, che senza i doni sono molto imperfette e conservano il modo umano nel loro esercizio. I sette doni dello Spirito Santo perfezionano l’uomo e lo inducono a seguire prontamente lo stimolo al bene e alla virtù suscitato dallo Spirito Santo (v. SAN TOMMASO Summa Theologica, 1-2, 68).

Le virtù infatti danno la capacità, ma non ancora la prontezza, la facilità e la perfezione nel compiere gli atti virtuosi. Questa facilità, prontezza, perfezione sono l’effetto dell’azione dei doni dello Spirito Santo, ricordati da Isaia con quest’ordine: Lo Spirito del Signore riposerà sopra di lui; lo spirito di sapienza e d’intelletto, lo spirito di consiglio e di fortezza, lo spirito di scienza e di pietà; lo riempirà dello spirito del timor di Dio (Is 11, 2-3).

Accenniamo brevemente ai singoli doni:

a) La sapienza ci fa sentire e gustare la presenza di Dio in noi e rende capaci di giudicare di Dio e delle cose divine mediante la conoscenza sperimentale che ce ne dà. L’anima favorita di questo dono giudica tutto secondo i gusti di Dio ed ha una conoscenza di Lui e delle cose divine immensamente più chiara di quella che possono dare la ragione e la semplice fede.

b) L’intelletto fa vedere le divine verità in modo più chiaro e profondo, quasi intuitivamente, senza bisogno di molti ragionamenti e sforzi.

c) La scienza ci rende capaci di giudicare rettamente delle creature, ci fa conoscere quasi intuitivamente noi stessi e le cose create, senza lasciarci abbagliare dalle apparenze e deviare da pregiudizi.

d) Il consiglio indica con prontezza i mezzi più adatti per agire con sicurezza, senza esitazioni e dubbi, in ordine al nostro fine e ordina ad esso i singoli atti; indica i mezzi pratici per agire rettamente e virtuosamente e inclina anche a cercare e seguire il consiglio delle persone prudenti e illuminate.

e) La pietà inclina l’anima a rendere a Dio gli atti di adorazione, di lode, di ringraziamento, di propiziazione, ecc., come a Padre infinitamente degno, mentre la virtù della religione induce a questi atti in quanto sono dovuti a Dio come sovrano creatore. Il dono della pietà ci fa vedere Dio in tutte le cose e di tutte le cose fa sgabello e via per innalzarci a Lui con amore di figli. E’ specialmente questo dono che forma gli apostoli, i missionari, i grandi eroi della carità, che sanno vedere e servire Dio nel prossimo.

f) La fortezza, in quanto dono, perfeziona la virtù della fortezza, ne rende pronto, perfetto, totale l’esercizio e fa sì che l’anima affronti difficoltà e pericoli confidando unicamente in Dio e rivestendosi della sua potenza.

g) Il timor di Dio non è il timore carnale, che fa evitare il male solo per non incorrere in mali temporali peggiori; non è il timore soprannaturale servile, che fa fuggire il male per paura dell’inferno e spinge a fare il bene solo in vista della ricompensa; ma è il timore filiale e perfetto, che induce a fuggire il male e a fare il bene solo per amor di Dio, per non disgustarlo col peccato e per piacere a Lui.

Lo Spirito Santo oltre la grazia, le virtù e i doni, effonde in noi anche i suoi frutti: carità, gioia, pace, bontà, fedeltà, pazienza. benignità, dolcezza, temperanza (Gal 5, 22).

III. … i quali ci confermano o rafforzano nella fede e nelle altre virtù contro i nemici spirituali. – La Cresima si chiama anche Contermazione, perche conferma il cristiano nel servizio di Dio e nell’esercizio delle virtù, lo rafforza e lo rende fermo, stabile e perseverante nella lotta. I doni della sapienza, dell’intelletto, del consiglio e della scienza dispongono la mente a seguire con prontezza e facilità la fede; la pietà, la fortezza e il timor di Dio dispongono la volontà a praticare la carità con prontezza e facilità seguendo le mozioni dello Spirito Santo nell’esercizio di tutte le virtù e nella pratica delle opere buone.

RIFLESSIONE. – San Paolo dice che i figli di Dio sono guidati dallo Spirito di Dio (Rm 8, 14).

ESEMPI. – 1. Durante la persecuzione di Decio un cristiano d’Africa, un certo Novato, spaventato dalla minaccia dei supplizi apostatò dalla fede. I cristiani che lo conoscevano attribuirono la caduta alla negligenza di cui si era reso colpevole nel ricevere la Confermazione. Al momento del pericolo non ebbe la fortezza di professare la fede e affrontare la persecuzione e il martirio.

2. Si presentò a un vescovo missionario un piccolo cinese di dieci anni, supplicando di essere ammesso alla Cresima. — Dopo che sarai stato confermato, gli domandò il vescovo, se il mandarino ti mettesse in prigione e ti interrogasse sulla tua fede, che cosa risponderesti? – Che per grazia di Dio sono cristiano. – E se ti imponesse di rinunciare al Vangelo? – Giammai! – gli risponderei. – E se venisse il carnefice e ti dicesse: O rinunci al Vangelo o ti taglio la testa! che cosa risponderesti? – gli direi taglia – Il vescovo ammise senz’altro il fanciullo alla Cresima.

3. Un monaco di Solesmes rimproverò un signore per il suo spirito violento, e questi gli rispose irritato: – Padre, se io non temessi Dio vi farei bere l’acqua del fiume! – Signore, rispose tranquillo il monaco, voi temete Dio e io non ho più nulla da temere da voi.

310. A qual età è bene ricevere la Cresima?

È bene ricevere la Cresima all’età di sette anni circa, perché allora sogliono cominciare le tentazioni e si può abbastanza conoscere la santità e la grazia di questo sacramento.

Ordinariamente a sette anni inizia l’uso di ragione e il fanciullo comincia a comprendere, a discernere tra bene e male, a essere responsabile dei suoi atti, e a essere sollecitato dalle tentazioni e abbagliato dalle seduzioni. E’ l’età in cui il bambino, ordinariamente, diventa capace di comprendere la grandezza, la bellezza, la necessità, i frutti dei sacramenti, e ad avere bisogno della grazia sacramentale della Cresima per divenire un vero soldato di Cristo.

Dicendo che è «bene» che il fanciullo riceva la Cresima circa i sette anni, il Catechismo fa intendere che questo è il tempo più adatto. Chi tuttavia tramanda di alcuni anni la Cresima non si può senz’altro dire reo di colpa grave, se non lo fa per disprezzo del sacramento.

È bene dare la Cresima anche ai bambini in pericolo di morte che non hanno ancora l’uso di ragione. In questo caso può amministrarla anche il parroco, se non c’è il Vescovo.

RIFLESSIONE. – Preghiamo il Signore che perdoni e illumini i cristiani che trascurano o tramandano per molti anni la recezione della Cresima.

ESEMPIO. – Nel terzo secolo visse in Roma l’eloquente e dotto Novaziano. Durante una grave malattia si fece battezzare, ma trascurò di ricevere il sacramento della Confermazione. Fu poi ordinato prete. Sopravvenuta la persecuzione di Decio, invece di accorrere in aiuto dei fedeli, si chiuse in casa, e quando alcuni diaconi gli ricordarono il suo dovere e lo pregarono di aiutarli, se ne fuggi adirato, dicendo che non voleva più saperne di essere sacerdote! Più tardi cadde nell’eresia, provocò uno scisma e fece una cattiva fine. Gli scrittori ecclesiastici dicono che causa di tutti questi mali fu l’aver trascurato il sacramento della Cresima, per cui, al momento opportuno non ebbe la luce della sapienza e l’aiuto della fortezza.

* 311. Chi riceve la Cresima, quali disposizioni deve avere?

Chi riceve la Cresima deve essere in grazia di Dio e, se ha l’uso di ragione, deve conoscere i misteri principali della Fede, e accostarsi al sacramento con devozione, profondamente compreso di ciò che il rito significa.

La Cresima è un sacramento dei vivi, che conferisce la grazia seconda. Chi lo riceve sapendo di essere in peccato mortale commette un sacrilegio.

I sacramenti per essere fruttuosi esigono la nostra cooperazione. Il cresimando deve conoscere le principali verità della fede e accostarsi al sacramento con devozione; deve comprendere l’importanza e il significato del sacramento, gli obblighi che comporta, e perciò deve conoscere almeno le principali verità di fede, come i due grandi misteri, che dovrà pubblicamente professare e difendere. Dalla conoscenza nascono il desiderio di ricevere fruttuosamente il sacramento e la devozione, che si concreta negli atti interni di fede, di speranza, di carità, di adorazione, di ringraziamento, ecc., e all’esterno nel comportamento grave e devoto.

RIFLESSIONE. – Il frutto dei sacramenti è proporzionato alla devozione di chi li riceve.

ESEMPIO. – La Cresima è il sacramento che dà la forza ai martiri di confessare la fede. Maometto II voleva costringere un soldato prigioniero a rinnegare la fede cristiana. Il soldato, scoprendosi il petto pieno di cicatrici, esclamò: «Come tradirò il Re del cielo, io che ho sfidato mille morti per un re della terra?»

312. Che significa il sacro crisma?

Il sacro crisma, con l’olio che si espande e dà forza, significa la grazia abbondante della Confermazione; e col balsamo che è odoroso e preserva dalla corruzione, significa il buon odore delle virtù che il cresimato dovrà possedere, fuggendo la corruzione dei vizi.

L’olio contenuto nel crisma, che si espande, è nutritivo e ricostituente, significa la grazia che si diffonde in tutta l’anima e la permea, illuminando la mente, fortificando la volontà, santificando gli affetti e le opere e rendendoci forti nell’esercizio delle virtù cristiane. L’olio dà anche agilità e lucentezza ai corpi. Gli antichi atleti, per essere più agili nella lotta e sgusciare più facilmente alla presa dell’avversario, si spalmavano il corpo d’olio. L’olio della Confermazione significa l’agilità conferita dalla grazia del sacramento nella lotta contro il demonio, e la bellezza che la grazia conferisce a chi la riceve, rendendolo gradito agli occhi di Dio.

Il balsamo, che con l’olio forma il crisma, ha un odore gradevole e significa il profumo delle virtù, il «bonus odor Christi» che si diffonde dall’anima del cresimato. Il balsamo è anche antisettico e preserva dalla corruzione. Infatti i cadaveri vengono imbalsamati per essere conservati. La grazia della Cresima, figurata nel balsamo, preserva dalla corruzione del vizio che induce a fuggire, e sparge attorno il profumo della virtù, che fa praticare.

Balsamo e olio, cioè il crisma, significano la perfezione cristiana: il balsamo quella esterna, l’olio quella interiore, che consiste nella grazia e nella pratica della virtù.

RIFLESSIONE. – Il peccato è come una corruzione spirituale che dissolve l’anima e fa sentire i suoi riflessi anche nel corpo.

ESEMPIO. – Il Pontefice san Melchiade (IV secolo) spiega gli effetti che produce la grazia della Cresima confrontandoli con quelli del Battesimo. «Nel Battesimo veniamo ascritti alla milizia di Gesù Cristo; nella Cresima riceviamo le armi necessarie per combattere. Nel Battesimo lo Spirito Santo ci restituisce l’innocenza perduta; nella Cresima ci comunica la grazia di poter giungere al colmo della perfezione cristiana. Nel Battesimo l’anima viene mondata dalle macchie dei peccati; nella Cresima riceve la forza necessaria per resistere alle tentazioni. Il Battesimo rende felici gli uomini in tempo di pace; la Cresima li arma e li chiama al combattimento in tempo di guerra».

313. Che significa l’unzione che si fa sulla fronte in forma di croce?

L’unzione che si fa sulla fronte in forma di croce significa che il cresimato, da forte soldato di Gesù Cristo, dovrà portar alta la fronte senza arrossire della croce e senza aver paura dei nemici della fede.

L’unzione col crisma sulla fronte in forma di croce è la materia prossima del sacramento. La croce significa che la grazia del sacramento deriva dalla passione e morte di Cristo. La croce viene tracciata sulla fronte, sulla quale prima che altrove appaiono i segni della timidezza, della vergogna e del rossore; e significa che il cresimato non dovrà arrossire della sua fede, dovrà anzi portare la croce, simbolo della fede, in luogo di onore, dovrà farne la sua divisa, difenderla ovunque e sempre, senza vergogna e senza rossore, a costo di qualsiasi sacrificio, anche della vita.

RIFLESSIONE. – Il peggior nemico del dovere di professare e difendere pubblicamente la fede e la croce è il rispetto umano.

ESEMPIO. – 1. Un sergente dell’esercito francese raccontò all’illustre scrittore Renato Bazin il seguente episodio, accaduto a lui stesso. Mentre i suoi soldati lavoravano in una foresta, egli teneva la mano in tasca sgranando il Rosario, ma non osava dirlo in pubblico davanti ai suoi uomini, per paura di essere ritenuto una donnicciola. Passando accanto a un gruppo di nove soldati senti che uno diceva di aver trovato una corona del Rosario e, rivolto al sergente, disse come per scusarsi: «L’ho raccolta durante la battaglia e la conservo solo per ricordo…». Il sergente capì che anche il soldato aveva la sua stessa malattia, il rispetto umano. Tirando fuori la sua corona disse: «Che male c’è a tenere un Rosario? Anch’io lo porto sempre con me!» E i soldati, a uno a uno, a dire: «Anch’io ce l’ho; me lo diede mia moglie. A me lo regalò la fidanzata… Io lo conservo dalla prima comunione…». Otto su nove soldati portavano il Rosario.

2. Durante la rivoluzione francese fu arrestato il maresciallo Mouchy con la moglie, perché aiutava i sacerdoti perseguitati dal governo. Chiusi in prigione, i due sposi continuarono a professare davanti a tutti la loro fede, come avevano fatto un tempo a corte. La loro condotta attirava la simpatia e l’ammirazione dei detenuti e dei carcerieri. Mentr’erano condotti al supplizio una voce incitò: «Coraggio, signor maresciallo!» Il vecchio maresciallo rispose con voce ferma: «A quindici anni andai per la prima volta all’assalto per il mio re; a quasi ottant’anni salgo il patibolo per il mio Dio!»

314. Che significa il leggero schiaffo che il Vescoro dà al cresimato?

Il leggero schiaffo che il Vescovo dà al cresimato significa che questi deve essere disposto a soffrire per la fede ogni affronto e ogni pena.

Ai due fratelli Giacomo e Giovanni, che gli facevano chiedere dalla madre i primi posti nel regno messianico, aspettandosi onori e ricchezze, Gesù rispose che non sapevano che cosa chiedevano e domandò se erano pronti a condividere il calice della sua passione e morte (v. Mt 20, 20-28).

Essere cristiani e discepoli di Cristo significa essere candidati alla sofferenza, alla croce, alle umiliazioni, alle derisioni e persecuzioni degli empi, alla lotta contro il demonio, le passioni e il mondo. Alla gloria della risurrezione e dell’ascensione conduce la via del Calvario.

Il vescovo dando al cresimato un leggero schiaffo sulla guancia, gli ricorda in modo sensibile che dev’essere disposto a soffrire qualunque cosa per amore della fede e di Cristo, foss’anche le derisioni e le persecuzioni degli empi, la compassione dei mondani, e la perdita dell’impiego e della reputazione, dei beni materiali e della vita.

RIFLESSIONE. – In questi tempi di lotta contro la Chiesa e Cristo, sono troppi i cosiddetti cristiani che cercano di vivere in pace, disposti a qualsiasi compromesso con i nemici della fede, per non essere disturbati o derisi.

ESEMPIO. – Durante la persecuzione messicana, a Guadalajara, un gruppo di soldati incontro un ragazzo di dodici anni, che reggeva sul braccio fogli di propaganda religiosa. Gli domandarono: – Che cosa porti? – Stampati religiosi. – Chi te li ha dati? – Li ho chiesti io. – A chi? – Al comitato di difesa religiosa. – Chi fa parte del comitato? – Non so. – Devi dircelo! – No, non lo dirò mai! – E fu battuto, condotto in prigione, minacciato, invano. Venne la mamma a chiedere la liberazione, invano. Fu condotto sulla pubblica piazza, frustato e ferito a coltellate. Non disse una parola. Fu nuovamente battuto davanti a sua madre. Ma egli ripeteva a ogni domanda: «Non dirò nulla », e la madre l’esortava: «Non dirlo!». Per più giorni si rinnovarono le stesse scene, gli stessi strazi, gli stessi risultati. Alla fine i carnefici tagliarono ambedue le braccia all’eroico fanciullo davanti alla madre. Pochi giorni dopo il martire decedeva, ma non aveva tradito la sua fede.

315. Nella Cresima ci sono i padrini?

Nella Cresima ci sono i padrini per gli uomini, e per le donne le madrine, che debbono essere buoni cristiani, per edificare e assistere spiritualmente i cresimati.

I padrini della Cresima sono come gli ufficiali istruttori delle nuove reclute. Devono essere i testimoni dell’amministrazione del sacramento, l’esempio e la guida per il cresimando nella pratica della vita cristiana e nella lotta contro i nemici spirituali.

Il Codice di Diritto Canonico, per la validità prescrive che il padrino: 1) sia cresimato, abbia l’uso di ragione e l’intenzione di fungere da padrino; 2) non sia genitore né coniuge del cresimando; 3) sia scelto dal cresimando o dai suoi genitori o tutori o dal ministro della Cresima o dal parroco; 4) nell’atto dell’amministrazione del sacramento tocchi fisicamente o per mezzo di un procuratore il cresimando (can. 795).

E per la liceità: 1) sia distinto dal padrino del Battesimo quando i due sacramenti sono amministrati separatamente; 2) sia dello stesso sesso del cresimando e soddisfi alle condizioni richieste (can. 796; cf. anche can. 794, 2).

RIFLESSIONE. – Ricordino sempre i padrini e le madrine, che di fronte ai loro figli spirituali vale assai più l’esempio che non le parole e i consigli.

ESEMPIO. – A un parroco si presentò un ufficiale d’artiglieria e gli domandò d’essere ammesso alla Cresima, che doveva essere amministrata tra breve nella parrocchia. Il sacerdote, dopo essersi informato sulla vita passata dell’ufficiale ed essersi convinto che si trovava davanti a un buon cattolico, domandò perché aveva tramandato tanto tempo il sacramento della Cresima. – Mio padre, rispose l’ufficiale, era un funzionario e cambiava spesso residenza… – E come vi è venuto in mente di chiedere ora la Confermazione? – Prima di essere militare non ci pensavo; ma ora mi sono convinto che la grazia della Confermazione è necessaria non solo per essere onesti, ma anche per essere buoni soldati. L’orizzonte politico si oscura e io potrei aver bisogno di forza da un momento all’altro per compiere il mio dovere di soldato. – Sapete che cosa s’intende quando si parla di fortezza cristiana? Non ne avete un’idea errata? lo penso agli eroi dell’Antico Testamento, come Gedeone, i Maccabei, Davide, pieni dello Spirito di Dio. Io penso che di qui derivassero il valore e la forza che li animava. –  Avete ragione. Ma pensate anche ai santi militari cristiani, come san Sebastiano, san Maurizio e agl’innumerevoli martiri. Non temevano che l’offesa di Dio, anche nelle piccole cose…

Pochi giorni dopo, tra i bambini ammessi alla Cresima, spiccava l’alta figura dell’ufficiale.