Presentiamo la traduzione di una raccolta di testi sulla Tesi di Cassiciacum riassunti e presentati in lingua francese dal rev. don Damien Dutertre, dell’Istituto sacerdotale di mons. Donald Sanborn.
http://www.etudesantimodernistes.fr/these-de-cassiciacum.html
LA SPIEGAZIONE TOMISTA DELLO STATO ATTUALE DELL’AUTORITÀ NELLA CHIESA: LA TESI DI CASSICIACUM
• Questa pagina presenta in modo non esaustivo gli studi pubblicati fino ad oggi riguardanti la Tesi di Cassiciacum. Poiché lo scopo è quello di fornire una visione d’insieme, il lettore è rinviato a diversi documenti per approfondire ciascuno degli argomenti. Alcuni documenti sono difficili da trovare, e la loro diffusione non è libera. Certi altri documenti più recenti, facilmente consultabili (dei quali la maggior parte è stata pubblicata dalla eccellente rivista Sodalitium), saranno pertanto privilegiati.
• Gli studi che dimostrano rigorosamente il cambiamento dottrinale sostanziale introdotto dal Vaticano II non sono qui elencati, ma sono supposti, in quanto la Tesi di Cassiciacum si basa in parte su questa constatazione.
• Speriamo che presentare qui, in modo più o meno organizzato, questi differenti documenti sarà di grande aiuto, per grazia di Dio, per comprendere e diffondere la Tesi di Cassiciacum, unica spiegazione teologica valida dello stato attuale dell’autorità nella Chiesa.
• Vogliamo qui rendere omaggio a Mons. Guérard des Lauriers, la vita e la morte del quale sono state descritte in modo edificante dal reverendo don Murro (Sodalitium n. 18).
• Papa, Papato e Sede vacante, in un testo di Sant’Antonino di Firenze e del pensiero di Padre Guérard des Lauriers
Autore don Francesco Ricossa, Sodalitium n. 67, pagg. 4 – 23. Questo articolo è un ottimo riassunto della Tesi di Cassiciacum, e pertanto può servire come buona introduzione del problema. Sant’Antonino distingue l’aspetto materiale del Papato dal suo aspetto formale, e così anche l’unione dei due che avviene nell’accettazione della elezione. Il reverendo don Ricossa basandosi allora sul cardinale Gaetano analizza questo atto di accettazione, e l’intenzione richiesta; poi applica questi principi teologici tradizionali alla situazione attuale.
• Il Papato Materiale
Autore il sacerdote (ora vescovo) Donald J. Sanborn. Lo studio originale fu scritto in latino in due parti (Pars I- Pars II), traduzione italiana in Sodalitium n. 47, pagg. 4 – 13 / Sodalitium n. 48, pagg. 23 – 36 / Sodalitium n° 49, pagg. 42 – 52. A scopo didattico, questo lungo studio scolastico, diventato classico, dopo aver presentato la distinzione, tradizionale in teologia, tra aspetto materiale e aspetto formale del Papato, riprende l’insieme dei principi che sostengono la Tesi di Cassiciacum, li spiega progressivamente, poi espone e dimostra la tesi sostenuta; dopo di che vengono refutate una dozzina di obiezioni. Si tratta di un documento chiave per uno studio teologico profondo della Tesi di Cassiciacum.
• “Le Sel de la terre”e il sedevacantismo
Autore don Francesco Ricossa, Sodalitium n. 51, pagg. 7 – 23. Dopo una brutta presentazione della Tesi, senza presentarne l’argomentazione, Le Sel de la terre obietta che la Tesi è una novità, che non risolve il problema della visibilità della Chiesa, che essa è filosoficamente impossibile. La stessa rivista pretende che il Vaticano II non viene imposto con autorità, e neppure le leggi liturgiche che ne sono seguite (ci si chiede allora perché i Padri di Avrillé sono costretti a vivere “al-di-fuori-della legge”), e scaturisce dalla teoria di Ecône della “universalità nel tempo” come condizione della infallibilità del magistero ordinario universale. Inoltre, sempre secondo la stessa rivista, l’insegnamento del Vaticano II non avrebbe alcun legame con la fede cattolica (ma allora perché resistervi?). Don Ricossa si prende la briga di analizzare questi errori. Ci si augurerebbe che i padri di Avrillé si prendessero a loro volta la briga di studiare – seriamente – la Tesi di padre Guérard des Lauriers, sotto l’egida del quale di già fecero i loro primi passi.
• Risposta al numero speciale de La Tradizione cattolicasul sedevacantismo
Autore don Francesco Ricossa, Sodalitium n° 56, pagine 4 – 44. Reagendo a quella che è la parvenza di una refutazione del sedevacantismo fatta da la Tradizione cattolica, rivista della FSSPX, questa risposta ricorda l’importanza della sottomissione al Papa per la salvezza, refuta la pretesa di una “posizione prudenziale” della FSSPX, ritorna sul lato storico del sedevacantismo (apparso almeno fin dal 1962) e della rottura con la FSSPX. In una quarta parte, don Ricossa analizza e risolve alcune obiezioni teologiche fondate sulla indefettibilità della Chiesa (precisamente sulla grave questione della permanenza della Chiesa docente e del potere di giurisdizione), e poi risponde ad altre obiezioni secondarie. Si tratta di uno studio appropriato atto ad evidenziare altri aspetti della Tesi di Cassiciacum e la risposta a un buon numero di obiezioni.
• Una obiezione alla Tesi di Cassiciacum. Risposta del padre Guérard des Lauriers
Sodalitium n. 62, pagg. 29 – 31. All’obiezione secondo cui “Paolo VI è papa quando è cattolico, e non è ‘papa’, o in ogni caso non deve essere seguito, quando non è cattolico”, padre Guérard des Lauriers risponde con buon senso: “il Papa non può essere ‘cattolico’ solo occasionalmente. O il Papa è ‘cattolico’, ed è Papa in tutti i suoi atti; deve essere seguito in ognuno dei suoi ordini, cioè a dire abitualmente. O il papa non è ‘cattolico’ e non deve essere seguito, in quanto egli non è Papa formalmente. O l’uno o l’altro. L’uno esclude l’altro”.
• Brevi risposte ad alcuni articoli della Fraternità contro la Tesi di Cassiciacum
Autore Pseudo-Dionisio, Sodalitium n. 46, pagg. 37 – 43. In una prima parte, si ricorda che il magistero della Chiesa è sempre la regola prossima della fede, che il cattolico non può interpretare liberamente la Scrittura e la Tradizione, diversamente da come l’interpreta il magistero della Chiesa. In una seconda parte, trovano una risposta adeguata alcuni attacchi poco teologici.
• La Tesi di Cassiciacum in questione. Risposta a “La Tour de David” al “Sel de la terre”
Autore don Francesco Ricossa, Sodalitium n. 56, pagg. 45 – 52. Si tratta di una rapida risposta ad alcune obiezioni di già spesso refutate nel loro fondamento, ma riformulate.
• Una valida consacrazione episcopale valida è necessaria per essere Papa?
Autore don Francesco Ricossa, Sodalitium n. 63, pagine 46 – 55. Risposta all’obiezione: “Se il nuovo rito della consacrazione episcopale è invalido, allora Joseph Ratzinger, di fatto consacrato con quel rito non sarebbe vescovo. E poiché il Papa è vescovo di Roma, si dimostrerebbe per il fatto stesso e per questo solo argomento che Joseph Ratzinger non è neppure Papa. Infine, con questo stesso argomento, si vorrebbe dimostrare che la Tesi di Cassiciacum, difesa ed esposta da padre Guérard des Lauriers e secondo la quale l’occupante della Sede apostolica (almeno dal 1965) non è formalmente Papa, benché lo sia ancora materialmente, avrebbe perso ogni validità e probabilità precisamente con l’elezione di Joseph Ratzinger, il quale, non essendo vescovo (consacrato) non potrebbe essere neanche ‘papa’ materialmente”.
• L’elezione del Papa
Autore don Francesco Ricossa, Sodalitium n. 55, pagg. 18 – 30. L’obiezione abituale circa l’impossibilità di una elezione canonica di un futuro Papa non trova una sufficiente risposta nel sedevacantismo stretto (cioè quello che sostiene una vacanza formale e materiale della Santa Sede), nonostante il ricorso all’idea di un Concilio Generale imperfetto, evocato dal cardinale Gaetano. In assenza di cardinali, il teologo Gaetano non attribuisce in effetti il diritto di eleggere il Papa né ai vescovi privi di giurisdizione, né ai semplici laici, ma al Concilio Generale imperfetto (composto dai vescovi residenziali con giurisdizione). Nell’ordine stabilito dalla Divina Provvidenza, il Papa non può altresì essere designato direttamente dal Cielo. Tuttavia la Chiesa non può restare totalmente priva di elettori del Papa. Don Ricossa espone dunque di nuovo la risposta soddisfacente data dalla Tesi di Cassiciacum a questa obiezione. Questo articolo ha suscitato alcune reazioni, che sono commentate da don Ricossa (Sodalitium n. 56, pagine 52 – 54).
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