Padre Torquemada
Amendola e Napolitano
Interessanti genealogie, dal Risorgimento fino ai nostri giorni, attraverso le colonne dei Templi massonici. Non è passato inosservato il libro di Alfredo Capone su Giovanni Amendola (1882-1926) (Salerno editrice), non fosse altro perché la presentazione è dovuta all’illustre penna dell’allora presidente della repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Napolitano è legato ad Amendola non solo dal fatto che Giorgio Amendola (1907-1980), figlio di Giovanni, sia stato, nelle fila del Partito Comunista, il suo maestro, ma anche dal fatto che anche Napolitano, come Giorgio Amendola, ebbe un padre liberale iniziato alla Massoneria. Ecco quanto scrivono al proposito Luigi Pruneti e Aldo Alessandro Mola, nella pagina internet del Pruneti: «”Fu massone il padre di Giorgio Napolitano?” È l’interrogativo sollevato a margine del recente libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara, “I panni sporchi della sinistra” (Chiarelettere), che ha riattizzato le chiacchiere sulla presunta iniziazione massonica del presidente della Repubblica. Qualcuno aggiunge che, se Giorgio Napolitano non risulta “fratello” da alcun documento, di sicuro lo fu suo padre, Giovanni, ma non precisa come e quando. Il prof. Luigi Pruneti, Gran maestro della Gran Loggia d’Italia, ne ha parlato con il prof. Aldo A. Mola, direttore del Centro per la storia della massoneria. Dal loro colloquio emerge quanto segue». “Il padre di Giorgio Napolitano, Giovanni, nato il 17 febbraio 1883, fu iniziato massone nella loggia “Giovanni Bovio” di Napoli il 20 giugno 1911, all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia (matricola 36.019). “Oltre che avvocato, Giovanni Napolitano (1883-1955) fu poeta di fama e saggista apprezzato. La cosa non deve stupire affatto. Anche il padre di Giorgio Amendola, Giovanni, fu massone attivo e quotizzante, sia pure a fasi alterne: con maggiore assiduità nei momenti della persecuzione totalitaria”. “Va aggiunto che nell’Appendice a Malaparte, Vite e leggende di Maurizio Serra (Ed. Marsilio, Premio Acqui Storia 2013), Giorgio Napolitano ricorda i suoi incontri giovanili a Capri con Curzio Malaparte, “un comunista quasi dichiarato”. Subito dopo lo sbarco a Napoli (27 marzo 1944) – ricorda Napolitano – Palmiro Togliatti “si precipitò a trovarlo”. Pochi sanno che anche Kurt Suckert (“Malaparte”, appunto) fu iniziato alla Gran Loggia d’Italia dopo la vittoria del Listone fascista nelle elezioni del 6 aprile 1924 e pochi giorni prima dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Entrò il 28 maggio 1924 nella loggia “Nazionale”, direttamente all’obbedienza del gran maestro Raoul Palermi (speculare all’altrettanto famosa “Propaganda massonica”). “La documentazione – concludono Pruneti e Mola – dimostra che tanta parte della nostra storia è fluita anche tra le colonne dei templi, ove tanti italiani di valore si sono formati ai principi della libertà e della tolleranza”. Roma, 21 novembre 2013.
Mi perdonerà il lettore la lunga ma documentata citazione; e noti, il lettore, che sia Napolitano che Amendola (i figli, non i padri) appartennero, nel PCI, a quella corrente, detta “migliorista”, che più si avvicinava alla tradizione laica liberale o socialdemocratica (malgrado la responsabilità di Amendola nell’attentato di via Rasella) e che portò alla fine del PCI.
Tornando a Giovanni Amendola, anche lui napoletano come i Napolitano, era figlio di Pietro Amendola, con trascorsi garibaldini, e di Adelaide Aglietta, di famiglia mazziniana: degno erede, quindi, della tradizione risorgimentale. A soli quindici anni aderì al socialismo, e poi il direttore del quotidiano radicale La Capitale, Edoardo Arbib (1840-1906, garibaldino, senatore, israelita e massone), “vecchio commilitone e amico del padre” (Michele Magno, Il Foglio, 21 dicembre 2013, p. IV) lo iniziò alla Società Teosofica, fondata nel 1875 da Helena Petrovna Blavatsky (che fu a Mentana con Garibaldi). Nella Loggia romana della Società Teosofica, Amendola frequentò esoteristi, induisti, spiritisti, sotto la guida di Isabel Cooper Oakley, succeduta alla teosofa femminista Annie Besant; tra le amiche la Baronessa Emmelina Sonnino De Renzis, sorella di Sidney Sonnino e discepola di Rudolf Steiner. Amendola frequentò la Società Teosofica capitolina dal 1900 al 1905, ma la sua rottura coi Teosofi non comportò la rottura col mondo esoterico, poiché lo stesso anno fu iniziato alla Massoneria di Palazzo Giustiniani all’Oriente di Roma (Loggia Giandomenico Romagnosi). Intanto, negli ambienti teosofici aveva conosciuto la toltstoiana vegetariana Eva Kuhn, che sposò con rito Valdese nel 1906. Protestantesimo, Massoneria, Occultismo, Socialismo: “tout se tient”. E, a confermare le pulsioni religiose ma eterodosse di Amendola, ecco la sua adesione al modernismo, con la collaborazione al Rinnovamento di Alessandro Casati. Per Amendola, il modernismo rappresentava “la democrazia religiosa (…). La formula riassuntiva, Dio e popolo (di Mazzini) contiene in sostanza la dottrina cattolica del modernismo”. L’esperienza massonica di Amendola ebbe termine nel 1908 con il suo “assonnamento”. Secondo Vittorio Vanni, Amendola probabilmente proseguì però i suoi interessi esoterici nel Rito Filosofico Italiano di Arturo Reghini (1878-1946), già sodale e poi avversario di Julius Evola. Napolitano amendola
La successiva carriera parlamentare di Amendola, in quota liberale, il suo antifascismo, e la sua morte in seguito a una aggressione squadristica, è a tutti nota. Alla sua morte, lo assistevano il figlio Giorgio, la Pavlova, e Ruini: ovvero Meuccio Ruini, noto esponente politico (socialista, radicale, poi nell’Unione Nazionale di Amendola, presidente del Senato nel 1953) e membro insigne della Massoneria italiana (Loggia Rienzi di Roma, 5 maggio 1901).
Silvio Oddi
Essendo morto il 29 giugno 2001, il cardinale Silvio Oddi non può difendersi o dare spiegazioni. Ma, se la lettera pubblicata (e riprodotta alle pp. 507-510) da Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti nel loro Vaticano massone (Piemme, Milano, 2013), un libraccio di taglio giornalistico-scandalistico, è autentica, il cardinale Oddi – se fosse vivo – di spiegazioni dovrebbe darne assai. Si tratta di una lettera sottoscritta appunto dal cardinal Oddi e dall’allora Gran Maestro della Massoneria Virgilio Gaito, e indirizzata a Giovanni Paolo II, allo scopo di ottenere la riconciliazione tra la Chiesa e la Massoneria, della quale si fa una sfrontata apologia. La lettera, non datata (ma risalente al 1999-2001), che riprende a grandi linee una precedente missiva a Giovanni Paolo II del solo Gaito (cf per le circostanze della lettera, l’intervista a Gaito nel libro succitato, pp. 491-492; cf anche pp. 46-50), potrebbe, a prima vista, stupire un ingenuo lettore. Infatti, il cardinal Oddi è noto per la simpatia da lui dimostrata a Mons. Lefebvre e alla Fraternità San Pio X, (notoriamente avversi alla Massoneria), come pure agli ambienti della TFP e Alleanza Cattolica. Ma la simpatia del card. Oddi per la Massoneria stupisce meno, se ci si ricorda del passato del prelato piacentino. Egli fu infatti segretario di Mons. Roncalli alla nunziatura di Parigi dal 1946 al 1949. Abbiamo già avuto modo di parlare delle frequentazioni massoniche del nunzio Roncalli col barone Marsaudon, massone “cattolico” dell’Ordine di Malta (cf Sodalitium, nn. 27, 28, 42, 60), frequentazioni confermate, approvate e difese dall’altro segretario di nunziatura di Roncalli, dal 1947 al 1951, Mons. Bruno Heim (1911-2003) (cf il confronto tra Mons. Heim e il dott. C. A. Agnoli su Controrivoluzione, nn. 67-68, luglio 2000, pp. 28-28). Anche Mons. Heim, vicino alla famiglia reale inglese e appassionato di araldica, potrebbe essere scambiato per un prelato “conservatore”, quale certamente era il card. Oddi, vicino all’Opus Dei e, politicamente, a Silvio Berlusconi. Sia Oddi che Heim rimasero sempre molto legati al loro antico amico il Nunzio Roncalli: fu il cardinal Roncalli a consacrare Oddi Vescovo nel 1953, con il titolo di Mesembria, già appartenuto al Roncalli e che, dopo Oddi, passerà al segretario di Giovanni XXIII, Loris Capovilla. Peccato che il card. Oddi non ci sia più, e non possa raccontare maggiori dettagli sul clima che si respirava alla nunziatura di Parigi ai tempi del nuovo “santo” conciliare, Angelo Giuseppe Roncalli…
Tra i cattolici “Ecclesia Dei”
Messa “in rito straordinario” e comunione con l'”Ordinario” del luogo: è la ricetta dei cattolici “Ecclesia Dei” o “Summorum Pontificum”. Anche in questo ambiente, non mancano, qua e là, infiltrazioni esoteriche. Nel “Centre Saint-Paul” di Parigi, ad esempio, diretto da un sacerdote del Istituto del Buon Pastore, una certa Valérie Maillot ha tenuto, il 7 e l’8 marzo 2014, dei corsi (a pagamento) di “Iniziazione all’Enneagramma”. Fu l’esoterista Pyotr Uspenskij (cf l’articolo su Ezra Pound in questo numero) a divulgare il metodo dell’Enneagramma nel suo Frammenti di un insegnamento sconosciuto, nel solco del suo maestro, Georges Gurdjieff (1872-1949). In italiano, sono le edizioni massoniche Atanòr che hanno pubblicato “Studi sull’Enneagramma” di J. Bennet. In ambiente cristiano, durante la crisi degli anni ’60, dei gesuiti statunitensi incominciano a diffondere l’Enneagramma, adulterando così la vita spirituale dei cattolici. Valérie Maillot – ad esempio – diffonde la pratica dell’Enneagramma nelle comunità religiose contemplative. Nel sito della Maillot, un articolo del padre gesuita Badenhauser cerca di giustificare la pratica dell’Enneagramma malgrado la sua origine esoterica (Gurdjieff, Uspenskij) e le sue vantate origini caldee, pitagoriche, neoplatoniche, cabalistiche (ovvero, per chi conosce un po’ queste cose, tutto il “mondo” degli esoteristi e dei massoni).
Nella chiesa della Misericordia di Torino, dove viene celebrato il “rito straordinario”, l’Arciconfraternita della Misericordia e l’ARS hanno collaborato, nel 2013, a una serie di incontri sul tema “Donna e Sacro”, conclusi con un concerto il 1° ottobre nella chiesa della Arciconfraternita. Musica e recitazione hanno presentato al pubblico – tutti assieme – testi di autori cattolici, come Santa Teresa d’Avila e Sant’Ildegarda, di eretiche come Margherita Porete, di Simone Weil, della tradizione non cristiana (sufismo, buddismo tibetano, taoismo). ARS sta per Associazione Ricerche Spirituali di Torino. Il Presidente dell’Associazione è Maurizio Barracano, che non ci stupiamo di trovare apprezzato oratore al primo Convegno Nazionale di Studi Alchemici tenutosi il 25 ottobre 2008 nel castello di Pavone (Ivrea) su iniziativa del Grand’Oriente d’Italia (cf Erasmo, rivista del Grand’Oriente d’Italia, n. 19-20, 15-30 novembre 2008, p. 5).
Grande notizia: Franco Cardini è un profano!
Da non credere! Il Prof. Franco Cardini, a quanto pare, è un profano. Ci dà l’inattesa notizia il sito ufficiale del Grand’Oriente d’Italia nel seguente comunicato dell’8 ottobre 2013 intitolato “Onorificenza <i>Galileo Galilei</i> a Franco Cardini”: “Il Gran Maestro, Gustavo Raffi, ha concesso la <i>Galileo Galilei</i> al prof. Franco Cardini. La consegna della prestigiosa onorificenza è avvenuta al termine della presentazione del libro <i>Metamorfosi del Graal</i>, di Francesco Zambon, che si è tenuta il 7 ottobre al Teatro il Vascello, a Roma, a cura del Servizio Biblioteca del Grande Oriente”.
Questa la motivazione del riconoscimento assegnato allo storico, e da lui accettato, assistendo alla cerimonia:
“La memoria è radice per vivere il presente e costruire il futuro. Franco Cardini ha creato ponti all’incontro delle differenze, facendo conoscere con studi profondi la storia profonda di quelle Cattedrali di pietra e sapienza che nell’Età di Mezzo videro l’Uomo lottare alla ricerca di senso. Accademico internazionale e maestro di pensiero per tanti giovani studiosi, ha fatto scoprire l’attualità del Medioevo, lo spirito dei Cavalieri, il sogno dei Templari di una pace religiosa tra Oriente e Occidente, Cristianesimo e Islam. Perché nulla è più vicino alla nostra sensibilità odierna dello spirito medievale. Il Grande Oriente d’Italia è onorato di indicarlo come esempio di studio rigoroso e di verità storica. Passione e ragione fanno di Cardini un interprete autentico del Medioevo, un confronto sicuro per ogni coscienza che voglia costruire su cultura e dialogo per abbattere i muri dell’intolleranza e dell’odio.
Per noi un compagno di viaggio che si lega alla catena degli uomini del dubbio per costruire ancora incontri e fare spazio alla pace”.
L’Onorificenza <i>Galileo Galilei</i> è stata istituita nel 1995 dal Grande Oriente d’Italia, quale riconoscimento per i non massoni che si siano distinti “per l’impegno nella ricerca del vero e del giusto, nell’attuazione e nella difesa dei principi e degli ideali massonici, nel perseguimento dei valori tesi alla realizzazione di un’Umanità migliore e scevra da pregiudizi”.
È distinta in due classi: Sole e Luna. Tra le personalità che sono state insignite dell’onorificenza ci sono Ytzhak Rabin e Yasser Arafat, Tenzin Gyatso – XIV Dalai Lama – e Nelson Mandela, Salvatore Accardo e Aldo Masullo”.
Sembra quindi appurato che il Prof. Cardini non è massone, ma è solo un “compagno di viaggio” dei massoni “che si lega alla catena degli uomini del dubbio” “nell’attuazione e nella difesa dei principi e degli ideali massonici”. In particolar modo, il prof. Cardini sembra essere “compagno di viaggio” della famiglia Raffi (l’ex-Gran Maestro della Massoneria, che ha conferito il premio Galileo a Cardini). Franco Cardini ha infatti scritto la prefazione all’opera “Apologia dei Cavalieri Templari” (ed. Mursia, ma anche Il Cerchio) del figlio del Gran Maestro, Michele Raffi, disgraziatamente morto suicida nel 2013. I proventi del libro sono destinati agli Asili Notturni; opera benefica gestita dalla Massoneria italiana.
P.S.: rispondendo polemicamente a Gnocchi e Palmaro (Questo Papa non ci piace), Cardini ha scritto sul quotidiano Europa (18 ottobre 2013) un articolo intitolato Io sto con Bergoglio, Monsieur Tartuffe no. Che Cardini stesse con Bergoglio, chi può stupirsene? Ma il dilemma è mal posto: non ci si deve chiedere se il Papa ci piace o non ci piace, ma se Bergoglio può essere Papa oppure no.
La Repubblica del Grand’Oriente
Così Henri Coston denominava la “Terza Repubblica” francese: la “Repubblica del Grande Oriente”, tanto Stato, governo e Massoneria erano inscindibilmente legati. Lo stesso può essere detto delle Repubbliche successive, fino all’attuale. Al proposito raccomandiamo il volume di Emmanuel Ratier, Le vrai visage de Manuel Valls (éditions Facta, 2014) dedicato all’irresistibile ascesa di Manuel Valls, attuale capo del governo francese, iniziato nel 1989 al Grand’Oriente di Francia da Jean-Pierre Antebi, tra l’altro tesoriere della LICRA (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo) in una Loggia dal nome significativo: Ni Maîtres, ni Dieux (né padroni, né Dèi). Suoi padrini politici: Stéphane Fouks, del Crif, e Alain Bauer, già gran Maestro del Grand’Oriente di Francia. Per completare il quadro si veda l’incredibile (o fin troppo credibile) dichiarazione del presidente Hollande: “Se – com’è il mio caso – si crede nella Repubblica, a un certo punto bisogna passare dalla Massoneria” (numerosi video al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=6Bm0JKsiE_E).
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